Almeno una volta nella vita ognuno di noi, compreso chi scrive questo articolo, avrà a che fare con un problema di mal di schiena (dorsalgia o lombalgia) o dolore cervicale (cervicalgia). Nell’ immaginario comune, il mal di schiena è associato all’ernia del disco intervertebrale. Niente di più fuorviante! Le patologie del disco intervertebrale giustificano solo una modesta percentuale dei casi di mal di schiena. Una condizione che invece è molto più frequentemente coinvolta, ed è spesso ignorata o sottovalutata, è l’artrosi e l’infiammazione dei complessi articolari posteriori della colonna, le cosiddette faccette articolari da cui appunto ha origine la definizione di sindrome faccettale.
Le faccette articolari
Mentre i dischi intervertebrali connettono le vertebre anteriormente, le articolazioni zigoapofisarie o faccette articolari costituiscono il loro ponte di connessione posteriormente. Ogni vertebra presenta quattro faccette articolari di cui due si articolano con la vertebra soprastante, due con quella sottostante.
Figura 1: proiezione posteriore di un modello di colonna vertebrale lombare. Le frecce nere indicano i complessi articolari posteriori o articolazioni zigoapofisarie del tratto lombare della colonna, evidenziati sul modello a destra dalle linee tratteggiate rosse.
Sindrome faccettale
Cause e sintomi
I fattori causali coinvolti nella sindrome faccettale sono l’assetto posturale, il peso corporeo, la professione, l’attività o inattività sportiva ed alcune patologie concomitanti proprie della colonna non aggravanti il quadro. Un sovraccarico delle faccette articolari protratto nel tempo può provocare uno stato infiammatorio causa di mal di schiena. Questo può essere spiccato al risveglio, durante la stazione seduta o ortostatica mantenute per lunghi periodi con peggioramento dei sintomi nei movimenti di flessoestensione e torsione del tronco. In alcuni casi il dolore può presentare un’irradiazione che varia a seconda del segmento della colonna coinvolto dalla sindrome faccettale.
Diagnosi
Si pone sulla base del corretto inquadramento clinico del mal di schiena e la sua correlazione con alterazioni caratteristiche e specifiche documentate dalla risonanza magnetica senza mezzo di contrasto.
Figura 2: (2a) proiezione assiale di una risonanza magnetica lombare (sequenza T2) di un paziente sano. (2b) Stessa immagine con in evidenza le rime articolari in azzurro e le principali strutture ossee in giallo, in particolare il corpo e vertebrale e le faccette articolari.
Figura 3: (3a) proiezione assiale di una risonanza magnetica lombare (sequenza T2) di un paziente che presenta una deformità artrosica delle faccette articolari; (3b) stessa immagine con le faccette articolari e le rime articolari evidenziate rispettivamente in rosso e giallo; (3c e 3d) infiammazione delle faccette articolari in quadro di cosiddetta sinovite zigoapofisaria. L’edema dell’ articolazione è caratterizzato da un ipersegnale (segnale bianco) della rima articolare evidenziato dalle frecce bianche.
Trattamento
Il primo rimedio per il trattamento della sindrome faccettale è il riposo e la riduzione della sollecitazione meccanica imposta sull’articolazione. A tale scopo è possibile indossare presidi di ortesi esterna come un lombostato per la lombalgia o un collare cervicale morbido o semi-rigido per la cervicalgia.
Il trattamento farmacologico prevede l’impiego di anti-infiammatori non steroidei, miorilassanti e cortisonici. Gli integratori alimentari giocano il ruolo di terapia di supporto. Forniscono all’organismo gli elementi fondamentali per i processi di riparazione e mantenimento di una normale funzione articolare, comprese quella della colonna vertebrale. In particolare sono utili gli integratori alimentari con proprietà anti-ossidanti e ricchi in glucosamina e condroitinsolfato. La fisioterapia è importante in tutte le fasi del trattamento della sindrome faccettale. La terapia del dolore sfrutta tecniche mini-invasive la cui indicazione si basa sulla corretta identificazione dei livelli della colonna implicati nella genesi del dolore. La radiofrequenza delle faccette articolari è notoriamente indicata nel trattamento della sindrome faccettale.
A cura del Dr. Alessandro Caporlingua
Equipe BSP Neurochirurgia
Neurochirurgia e Terapia del dolore
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